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Le nostre Discipline

Hai voglia di ascoltare un pò di Bachata?

Bachata

La bachata è un genere musicale originario della Repubblica Dominicana caratterizzato da un suono dolce e melodico. Oggi il ballo è conosciuto in tutto il mondo ma alle sue origini, agli inizi del ‘900, la bachata era diffusa soltanto nelle classi sociali più povere. I testi delle canzoni esprimevano situazioni difficili di questo particolare contesto sociale e questo ha portato la bachata ad essere definita come “música de amargue” (“musica di amarezza”).

Le movenze tipiche di questo ballo all’inizio venivano viste come volgari dalla borghesia che, in definitiva, sentiva di disprezzarla. Il ballo trovava il suo posto nei quartieri più poveri della Repubblica Dominicana, nelle campagne e nei locali frequentati da prostitute. Per circa 40 anni, il genere rimase confinato nella classe sociale più bassa della Repubblica Dominicana: veniva ballato nelle campagne, nei quartieri poveri e in locali malfamati frequentati da prostitute.

Luis Segura viene considerato il primo compositore che ha rilanciato questo genere musicale grazie al brano “Pena por ti” del 1982. La bachata inizia a diffondersi in tutte le classi sociali.

Salsa

Per capire meglio le origini della salsa, dobbiamo fare un salto temporale: nel 1492 Cristoforo Colombo sbarca nel “nuovo continente”. Cuba diventa di dominio spagnolo quasi tutti i 100.000 indigeni presenti sull’isola vengono sterminati. Inizia la tratta degli schiavi dall’Africa, soprattutto di etnia Yoruba. Nel corso dei secoli nasce una fusione tra le sonorità africane e le melodie europee. I principali generi che poi porteranno alla nascita della salsa possono essere così riassunti:

Afro-cubana (santeria):

Le danze Afro Cubane venivano praticate, dal punto di vista religioso (Santeria o Regla de Ocha) non per puro piacere ma per commemorare, ringraziare o chiedere aiuto alle divinità (Oricha), con regole precise nel canto, nel suono e nel ballo. Dal sincretismo di elementi della religione cattolica con altri della religione praticata dagli schiavi africani nasce la Santeria (religione) e le danze afro cubane in genere. Con il termine Santeria talvolta si esprime, erroneamente, la danza afro-cubana, che esiste invece come espressione artistica, folklorica e culturale, pur mantenendo precise regole nel canto, suono e ballo.

Rumba:

Nella musica cubana con il termine rumba si identifica un insieme di ritmi musicali e di danze che si svilupparono nelle provincie de L’Avana e Matanzas alla fine del XIX secolo. Essendo un ballo afro-cubano sensuale ed energetico, la rumba fu spesso repressa e bandita poiché era considerata oscena. La rumba cubana è completamente diversa dalla rumba da sala, o dallo stile di musica africana chiamata anch’essa rumba. Ci sono tre generi di Rumba.

Yambu:

Questo è lo stile più antico e più lento, chiamato anche “Rumba dei Vecchi”. Il ritmo è lento e incorpora movimenti che simulano fragilità; può essere ballata da soli o in coppia. Sebbene i ballerini possano flirtare con le compagne durante il ballo, non usano il vacunao della Rumba Guaguancó.

Guaguancò:

È generalmente più veloce del Yambú, con ritmi più complessi e sviluppa movimenti apertamente di approccio tra l’uomo e la donna. Le donne hanno il compito sia di attrarre l’uomo che di “proteggersi” da lui, che tenta di “possedere” la donna con il vacunao mentre lei è distratta – l’uomo indirizza la mano che tiene un fazzoletto verso le gambe o il bacino della donna per simulare un contatto sessuale. Per difendere se stessa, la donna copre con una o entrambe le mani, oppure può usare la gonna, il punto a cui è rivolto il “colpo” dell’uomo.

Columbia:

La Rumba Columbia è più veloce ed energica, con tempo 6/8, che spesso è accompagnato dal battito di una campana. Un ballerino solista, di solito un uomo, provoca i percussionisti, per spingerli a suonare ritmi complessi che il ballerino imita attraverso movimenti creativi e talvolta acrobatici. I ballerini possono anche competere tra di loro per dimostrare la loro agilità, forza, fiducia e senso dello humor. La Columbia incorpora molti movimenti che derivano dai balli congolesi e dal flamenco.

Danzon:

Nel 1879 a Matanzas Miguel Failde compone il brano “Las Alturas de Simpson” dando vita al Danzon, un adattamento di musica e figure di ballo popolare, un ritmo calmo e pacato che coniuga generi e stili della musica cubana. Inizialmente il ballo viene considerato scandaloso perché permetteva ai ballerini di ballare vicini con movimenti del bacino, ma, nonostante le critiche, il Danzon diventa subito popolare e predominante fino all’arrivo del Son.

Son:

Il son cubano è un ritmo nato a Santiago di Cuba verso la metà del XIX secolo. È il genere che ha dato origine ai ritmi caraibici più ballati oggi.
I contadini della zona, dopo il ritorno dal lavoro nei campi, si dilettavano in feste campestri chiamate changuì. In queste feste popolari ballavano e cantavano simulando e, talvolta, deridendo i padroni aristocratici. Non era insolito che gli schiavi andassero a “sbirciare” le feste che davano i padroni, sia per ammirare lo sfarzo che non potevano avere, sia per guardarli ballare.

Cha cha cha:

Nel 1948 il musicista Enrique Jorrìn cominciò a suonare una parte del danzòn con un nuovo ritmo sincopato (in 4/4). Il ritmo era simile a un mambo lento e i ballerini cubani cominciarono a danzarlo con un triplo movimento dei fianchi; gradualmente questo ancheggiamento venne modificato in tre passi. Proprio in un club della capitale cubana, il Silver Star, il nuovo ballo prese così il nome di Cha cha cha.

Hai voglia di ascoltare un pò di Salsa?

Salsa

Sono molte le teorie che ruotano attorno alle origini della salsa, vediamone una. Un’ipotesi vuole che la salsa sia nata negli Stati Uniti. Nel barrio del quartiere latino di New York avviene un incontro tra le tradizioni di diverse etnie, cubani, portoricani, venezuelani, colombiani… il terreno è fertile e i ritmi si miscelano. Al son cubano si uniscono il Jazz, il Rhytm ‘n Blues, la cumbia e la rumba.
Anche Puerto Rico rivendica la paternità della salsa. Godendo del vantaggio del mercato libero di cui Cuba non godeva, parecchi produttori discografici lanciarono sul mercato prodotti Portoricani.
Nel frattempo a Cuba nacque un gruppo storico che portò fama alla salsa, i Fenia all star, padre fondatore del gruppo fu Jhonny Pacheco. Tra i componenti del gruppo troviamo nomi illustri della musica come Tito Puente, Celia Cruz, Willy Colon, ecc. L’origine del nome “Salsa” proviene dalla necessità dei discografici di attribuire al genere musicale un nome facile da ricordare, “Salsa” rendeva perfettamente l’idea dell’insieme di ritmi e quindi della natura di cui è composta. Al musicista Tito Puente questo nome non va giù ed afferma “La salsa si mangia, non si suona” ma nulla può davanti al “potere commerciale” delle case discografiche. In conclusione ciò che più conta è che questa musica è riuscita a superare le barriere razziali e ad unire in un’unica passione bianchi e neri… Il Ballo!

Liscio

Il liscio è un ballo di coppia nato in Romagna tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo che col passare degli anni si è diffuso in tutta Italia con prevalenza per l’Italia del Nord. Deve il suo nome alle movenze dei ballerini che usano scivolare, strusciare i piedi, quindi andare via liscio. Fondatore del genere è considerato Carlo Brighi, più noto come Zaclén, tant’è che, ancora oggi, l’espressione Taca, Zaclèn! (Attacca, Zaclèn!) costituisce l’invito ai musicisti perché inizino a suonare.

Gli elementi principali che hanno contribuito a caratterizzare il nuovo ballo furono: l’esecuzione veloce delle mazurche e delle polche (appunto dovuta a Carlo Brighi); l’utilizzo di strumenti come il clarinetto (dalla fine dell’Ottocento) e la batteria (dal 1928, data di debutto dell’orchestra di Secondo Casadei, che per la prima volta la inserisce nell’organico, insieme al sax mi bemolle)

Liscio emiliano

Rispetto al liscio romagnolo, il liscio emiliano non si basa sui fiati ma sulla fisarmonica (in origine, l’organino bolognese). I valzer bolognesi erano in origine velocissimi. Il liscio emiliano comprende le “Danze filuzziane”, note anche come liscio bolognese, una danza che ha acquisito lo status di danza sportiva, al pari del folk romagnolo. Il liscio filuzziano prevede l’esecuzione di figure staccate da parte dell’uomo, che deve avere particolari qualità atletiche.

Nonostante le differenze esistenti a livello musicale, i brani del liscio romagnolo possono essere ballati alla maniera emiliana (avanzante e non sul posto), così come un brano di liscio emiliano può essere ballato alla maniera romagnola.
Strumenti solisti per questo sottogenere sono: voce, fisarmonica, sassofono. Tale filone è probabilmente il più legato alla vocalità, si è diffuso in Lombardia e Veneto.
Tra i compositori emiliani, di musica da ballo, si ricorda il reggiano Tienno Pattacini.

Liscio piemontese

Il liscio piemontese, liscio tradizionale piemontese, è più lento di quello romagnolo ed eseguito principalmente da fisarmonica, clarinetto in do, sassofono e voce. Alcune formazioni di liscio piemontese sostituiscono al basso elettrico il basso tuba e non utilizzano la chitarra; tale scelta è probabilmente diretto retaggio delle formazioni bandistiche precedenti.

Il liscio come danza sportiva

La Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS) ha codificato il liscio nell’ambito della danza sportiva come danza di coppia nelle categorie:

  • Stile Nazionale come liscio unificato
  • Stile Tradizionale e Folkloristico come liscio tradizionale piemontese
  • danze folk romagnole
  • danze filuzziane


Comprende sempre valzer brillante, polka e mazurca eseguite con piccole varianti nello stile e nel numero di battute al minuto (cioè nei bpm).

La categoria Stile tradizionale e folkloristico segue la divisione esistente nelle tre correnti esecutive nel ballo liscio: il liscio romagnolo, emiliano (filuzziano) e piemontese. Esse si differenziano per caratteristiche di velocità, melodiche ed esecutive del genere liscio.
-Fonte Wikipedia-

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